Il calendario ufficiale dell’accensione riscaldamenti 2025‑2026 in Italia, con le date per ogni zona climatica e i limiti di temperature.
Con l’arrivo del freddo, torna puntuale la necessità di riscaldare case, scuole e uffici. L’accensione dei riscaldamenti per la stagione termica 2025-2026 segue un calendario nazionale stabilito dal DPR 412/1993, ma ogni Comune può adottare specifiche ordinanze che modificano le date e i limiti standard. Milano, ad esempio, ha confermato per quest’anno l’avvio dei termosifoni a partire dal 15 ottobre 2025, segnando l’inizio ufficiale dell’autunno in Zona climatica E. Ma non tutte le città seguono le stesse regole: il calendario varia a seconda della fascia climatica, con differenze sostanziali da Nord a Sud.

Milano e il Nord Italia: via dal 15 ottobre, ma con nuove restrizioni
Milano rientra nella Zona E, una delle aree più fredde della penisola, dove la normativa nazionale consente l’accensione degli impianti termici dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno. Tuttavia, il Comune ha introdotto alcune restrizioni per contenere i consumi e ridurre l’impatto ambientale: il funzionamento sarà limitato a 13 ore giornaliere, nella fascia oraria compresa tra le 5:00 e le 23:00. Inoltre, la temperatura massima consentita negli ambienti residenziali sarà di 19 °C, con una tolleranza di due gradi, mentre negli edifici industriali il limite scende a 18 °C.
Queste regole non valgono per strutture sensibili come ospedali, case di cura e scuole dell’infanzia, che potranno derogare alle limitazioni in virtù delle specifiche esigenze sanitarie ed educative. Al contrario, chi vive in città della Zona F, come Livigno o Bormio, non avrà alcun limite di accensione: l’uso degli impianti termici è libero tutto l’anno. Al Sud, invece, come a Napoli o Palermo, l’accensione partirà tra novembre e dicembre, con un numero ridotto di ore giornaliere autorizzate.
Pompe di calore: il “trucco” per aggirare i limiti di legge
Una nota importante riguarda chi utilizza pompe di calore per il riscaldamento: questi sistemi, alimentati esclusivamente da energia elettrica, non sono soggetti ai vincoli previsti dal DPR 412/1993. Ciò significa che non esistono limiti né sul periodo stagionale di funzionamento né sugli orari giornalieri. Le pompe di calore possono quindi operare anche oltre le 14 ore al giorno previste per gli impianti tradizionali e mantenere temperature superiori ai limiti imposti per legge.
Questa esenzione non vale però per gli impianti ibridi, ovvero quelli che combinano una pompa di calore con una caldaia alimentata da gas o gasolio: in tal caso, le componenti a combustione fossile restano soggette alle normative vigenti. Anche in ambito condominiale, regolamenti interni possono fissare limiti di utilizzo per le pompe di calore, soprattutto per motivi legati al rumore o alla condivisione degli impianti.
L’avvio della stagione termica porta con sé una serie di regole da conoscere, ma anche opportunità per chi sceglie tecnologie sostenibili. Informarsi sulle ordinanze locali e valutare l’adozione di sistemi a basso impatto ambientale può aiutare a risparmiare e a rispettare l’ambiente.